“Era la solita sera di turno, quella di martedì scorso”. Inizia così il racconto di Daniela, Monica e Sara, tre volontarie del Comitato della Croce Rossa Italiana di Sanremo.
Alle 23.30, in attesa dell’arrivo del cambio, sono all’esterno della sede. All’improvviso, a distanza, scorgono una figura esile che tiene stretto al petto “qualcosa” e che, correndo a piedi nudi verso di loro, grida “aiutatemi! non respira”!
Le volontarie non fanno in tempo a rendersi conto di quello che sta accadendo che, in un attimo, Monica si ritrova tra le mani un corpicino. E’ una bambina di dodici mesi, visibilmente cianotica, che non risponde agli stimoli. Dalla piccola, solo flebili respiri.
Le volontarie non si perdono d’animo: entrano in sede e mentre Daniela chiama il 112, Sara rileva i parametri per comprendere lo stato vitale della bambina. “In quegli attimi – raccontano – si è fermato tutto”. La freddezza e la concentrazione prendono il sopravvento sull’emozione: “il pensiero era rivolto alla piccola e il nostro unico scopo era tenerla in vita”.
Immediatamente praticano le terapie rianimatorie e, in poco tempo, la bimba riprende a respirare regolarmente e riapre gli occhi. La Centrale Operativa, comprendendo che il tempo di arrivo dell’automedica avrebbe potuto mettere a repentaglio la vita della piccola, comunica di trasportarla con urgenza all’ospedale.
In pochi minuti Daniela, Monica e Sara raggiungono il Pronto Soccorso dell’ ospedale di Sanremo, dove la piccola viene presa in carico dai medici che da lì a poco la stabilizzano.
“Finalmente, il pianto liberatorio della bambina. Eravamo preoccupate dal suo silenzio ma sentendo la sua voce, abbiamo tirato un sospiro di sollievo e ci siamo dette: ora sta bene”.
Samir, il fratellino eroe, ancora tremante più per le condizioni di salute della sorellina che per la lunga corsa a piedi scalzi sulla ripida salita, non lascia l’ospedale fino a quando non gli dicono che la piccola sta bene e che si era trattato, fortunatamente, solo di una crisi epilettica causata da una forte febbre.
A distanza di giorni, la commozione non si placa e ripensando a quei momenti, le volontarie faticano ancora a trattenere le lacrime.
“Sono le storie come questa che danno un senso a quello che facciamo: salvare vite e la consapevolezza che tutti sanno, come il piccolo Samir, che Croce Rossa c’è, che è un punto fermo e a disposizione, sempre, ovunque per chiunque”.