Una nuova emergenza continua: l’accoglienza.

Le emergenze a cui la Croce Rossa ha dovuto far fronte nel corso degli anni non sono legate solamente alle esigenze sanitarie e socio-assistenziali del territorio, alle catastrofi naturali che hanno colpito duramente il nostro Paese (terremoti, alluvioni) ma già a partire dalla fine degli anni ottanta, la nostra Associazione, ed in particolare il Comitato C.R.I. di Uggiate Trevano, ha messo in campo tutte le proprie energie, attrezzature e strutture per accogliere, ospitare ed integrare nei nostri piccoli Comuni quelle persone che fuggivano dalla loro terra principalmente per le gravi ed esasperate condizioni di vita in cui erano costrette da guerre, rivolte e conflitti non solo civili ma razziali.

I grandi flussi che hanno interessato il nostro territorio sono stati due: nell’autunno del 1989 e per qualche anno i richiedenti asilo in fuga dal conflitto in Libano e, durante la guerra dei Balcani, dal 1995 in poi, profughi di guerra e persone in fuga dal Kossovo e dall’Albania. Un nuovo fronte di servizio per la Croce Rossa, al fianco dei Comuni e degli organi dello Stato, con l’obiettivo di fornire non solo una prima assistenza, ma spesso un aiuto concreto per affrontare una nuova vita lontano da casa.

Sul finire del 2014, nel momento in cui le strutture di accoglienza allestite nel Sud dell’Italia non erano più sufficienti per far fronte al gran numero di persone che sbarcavano in condizioni deprecabili a Lampedusa e sulle coste siciliane, su invito della Caritas diocesana già attiva nell’accoglienza e su richiesta della Prefettura, ancora una volta la sede C.R.I. uggiatese s’è resa attiva nell’accoglienza di questa nuova migrazione con caratteristiche diverse ed eterogenee rispetto alle precedenti. Diversamente dall’accoglienza diffusa, dapprima nelle famiglie disponibili e poi nelle strutture allestite, in quest’ultima emergenza il Comitato ha stipulato una convenzione con la Prefettura per accogliere presso la ex-caserma della Guardia di Finanza di Rodero, messa a disposizione in comodato dal Comune, 25 migranti richiedenti asilo. Nei primi mesi del 2015, sempre su richiesta della Prefettura, la capacità di ospitalità è stata progressivamente incrementata fino a 35 ospiti, a causa del flusso continuo di richiedenti asilo. Da allora sono state accolte al CAS (Centro accoglienza straordinaria) di Rodero 78 persone provenienti dai seguenti paesi Ghana, Senegal, Guinea Bissau, Guinea Conakry, Mali, Costa d’Avorio, Gambia, Nigeria, Somalia, Etiopia, Bangladesh e Pakistan. Attualmente sono presenti 34 persone di cui 29 in attesa d’essere convocate alla Commissione Territoriale che esaminerà la richiesta d’asilo presentata e 5 in attesa d’esito da parte della Commissione o delle decisioni del Tribunale per i ricorsi presentati. Su 49 situazioni esaminate e concluse fino ad oggi, c’è stato un unico riconoscimento di protezione internazionale e in dieci situazioni è stata concessa la protezione umanitaria (22,4%); per gli altri 38 si parla di respingimenti o di abbandoni del CAS.

Prestano servizio al centro due dipendenti a tempo pieno (1 operatore polivalente e 1 mediatrice culturale) 3 operatori a tempo parziale (cuoca, aiuto cuoca, amministrativo) e un piccolo gruppo di volontari C.R.I. Tra i volontari operanti al CAS, ci sono anche tre insegnanti di lingua italiana che impartiscono quotidianamente lezioni ai ragazzi del Centro.

Gli ospiti vengono seguiti nello svolgimento di tutte le pratiche per la presentazione della domanda di asilo, per l’audizione in Commissione ed anche per l’eventuale proposizione di ricorso in caso di primo rifiuto. Durante la settimana, alcuni dei ragazzi che hanno prestato la propria disponibilità sono impegnati in lavori di pubblica utilità nei Comuni che hanno accettato l’affiancamento agli operai comunali per semplici attività di manutenzione.